mercoledì 17 settembre 2008

Terrestre; cosa vuol dire lavorare?


Cosa dovrei dire ad un alieno se mi chiedesse: cosa vuol dire andare a lavorare? Oggi, in tutta onestà, dovrei rispondergli “Beh… caro alieno, per quella che è la mia esperienza,, il mio lavoro consiste nello stare circa nove ore al giorno in un ufficio piuttosto squallido, seduto a una scrivania piuttosto squallida davanti a un computer piuttosto squallido anche lui. Organizzo (inutili) iniziative commerciali, pubblicitarie e promozionali che, in linea del tutto teorica nonché illusoria, dovrebbero far guadagnare più soldi all’azienda per cui lavoro.
Come? Non hai capito un cazzo? Guarda che è molto semplice: in sostanza clicco sul mouse abbastanza casualmente, scrivo mail dal significato misterioso, rispondo al telefono senza ascoltare e, più di tutto, mi rompo i coglioni.
Già.. mi rompo terribilmente i coglioni per l’80% del tempo. Ma mica solo io eh! Anche i ragazzi che condividono con me le loro giornate, a guardarli in faccia mentre fissano spenti il pc (o addirittura fissano il pc spento), direi che condividono il mio stesso stato d’animo.
Un misto di alienazione, rassegnazione e malinconia.
Una progressiva realizzazione di un destino mediocre, piuttosto triste e anonimo condito dalla consapevolezza che è comunque un destino discreto rispetto a tante altre persone di questo mondo che ce l’anno davvero nel culo (mah, che poi pensandoci bene chi è che ce l’ha davvero nel culo? A me non mi viene mica in mente nessuno a parte il centralinista della nostra azienda che puzza come un cammello ed è pure sordo).
Noi burattini da ufficio, caro alieno, buttiamo nel cesso i nostri preziosi giorni dal lunedì al venerdi passando le ore in stand by sognando futuri migliori in posti lontani.
Quando siamo più concreti sogniamo i week end o anche semplicemente le sette di sera. Certamente sogniamo qualsiasi cosa purchè sia fuori da qui. Aneliamo alla libertà.
Purtroppo si tratta di una libertà temporanea. Condizionata e rovinata dal pensiero del rientro in ufficio.
La libertà, quella vera, è per noi un’utopia del tutto immaginaria. Non la avremo mai perché, secondo la società di oggi, noi siamo già assolutamente liberi. Anzi siamo tra i più liberi di tutti in quanto titolari di un ambitissimo posto di lavoro a tempo indeterminato…
Chiaramente, invece, siamo degli sfigati. Non sfigati materiali, perché di oggetti ne abbiamo a bizzeffe, ma sfigati morali.
Il percorso scuola-università-lavoro che abbiamo fatto, piuttosto inconsciamente e involontariamente, ci ha portato a ottenere quello che oggi si ritiene sia la “realizzazione” nella moderna società capitalistca. E cioè la sicurezza economica. Purtroppo però sicurezza economica e soddisfazione personale sul lavoro sembrano avere ben poche relazioni tra loro (come dici? quanto pesa il tempo lavorativo sulla vita?... mah, niente di che, è solo il 50%)
Ora, caro alieno, io non se se tu mi capisca o meno perché non so come cazzo passate il tempo nel vostro pianeta. So però, con assoluta certezza, di avercelo nel culo perché, per quanto riguarda il pianeta terra, io non ho la soluzione a questo tipo di vita e, devo dire, questa è la cosa che mi pesa di più.
Non sapere che direzione prendere. Non vedere un obiettivo da raggiungere.
Tu mi dirai: beh, cambia lavoro no? Ma cazzo! E’ proprio questo il punto. Io non ho la più pallida idea di che fare e fino ad oggi, tutte le volte che ho cambiato lavoro, alla fine si è rivelata la stessa fregatura.
Insomma… caro alieno, in poche parole, secondo me state meglio voi nello spazio che non fate un cazzo tutto il giorno e andate in giro sulla vostra astronave… o… mi vorrai mica dire che lavorate anche li????
Torno a giocare a tribalwars che è meglio.
Ciao!
Polonegativo

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