giovedì 26 novembre 2009

Mi prenoti un hotel a Roma!


Protagonisti: il temibile direttore commerciale Cungio (100 chili di adipe portati con arroganza e volgarità); l’esile segretaria Marisa, bruttina, fragile e dimessa, anzi, sottomessa.

Cungio: MARISAAAAAAAA (con urlo da orco. Il telefono, infatti, nelle aziende, si utilizza solo per comunicazioni da pari a pari. Per chiamare i sottoposti si emettono urla sataniche e terrificanti versi gutturali)

Marisa (trafelata): Arrivo direttore!

Cungio: Mi prenoti i-m-m-e-d-i-a-t-a-m-e-n-t-e un hotel a Roma per giovedi e venerdi prossimi.

Marisa: Si direttore.

Passano cinque minuti...

Marisa: Ecco direttore, le ho prenotato il solito, l’Hotel Campanella

Trascorrono brevi ma interminabili attimi di silenzio e tensione...

Cungio: (assumendo colorazione rosso porpora) COOOOOOOOSSSAAAA? L’HOTEL CAMPANELLA???? MA CHE CAZZO DICE? CHE CAZZO FA? MA LEI RAGIONA? E’ UN HOTEL DI MERDAAAAAAAAAA. AL CAMPANELLA MI VUOL MANDARE.... COL CAZZOOOOOOOO
Io li dentro non ci metto più piede. Le do cinque minuti per tornare qui con una lista di altri alberghi. SE LEI NON SA FARE IL SUO LAVORO ALLORA LO FACCIO IO! ECCHECAZZO, TUTTO IO DEVO FARE QUI DENTRO.

Marisa: Ma scusi Signor Direttore... ma lei ha sempre detto che l’Hotel Campanella era il migliore, di prenotare sempre li, e io.......

Cungio: FUORIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

Passano altri cinque minuti...

Marisa (con voce tremolante): Ecco direttore. Ecco la lista. Le ho messo i migliori Hotel di Roma...

Trascorrono altri brevi ma interminabili attimi di silenzio e tensione.

Cungio: (rosso tendente al viola) MA CHE CAZZO E’ STA LISTAAAAAAAAAA??? MA LEI NON HA IL CERVELLO! MA SECONDO LEI COME FACCIO DA UN MINCHIA DI ELENCO A SAPERE DOVE CAZZO SONO STI ALBERGHI??? Lei non sa fare niente! N – I – E – N – T – E!!!!
Mi porti una mappa di Roma con segnati sopra i punti dove sono gli alberghi da scegliere. E’ cosi che si fà. E SUBITO CHE E’ URGENTE!

Marisa torna al suo posto. Reprime le lacrime. Prende una mappa di Roma e comincia pazientemente con un pennarello a segnare con dei puntini i vari hotel.
Eseguito il lavoro torna, con la solita aria da condannata a morte, dal temibile direttore Cungio.

Marisa: Ecco direttore, le ho portato la mappa con segnati gli hotel

Trascorrono ancora altri brevi e interminabili attimi di silenzio e tensione.

Cungio: .... AH, BENE, ECCO. Mi faccia vedere. STIA LI, ASPETTI. Allora.... uhm.... questo no, troppo in centro. Questo no, troppo in periferia. Questo no... troppo a sud. Questo no... troppo a nord. Questo no... strada trafficata. Quest’atro no... ma dove cazzo lo hanno fatto?. Questo poi manco a parlarne, ci sono sicuramente gli zingari vicino. Questo no... lontano dall’aereoporto. Uhm..... Ecco, si, questo. (indicando con il suo ditone grasso). Questo si che va bene. Questo è perfetto CAZZO. Marisa, prenotiamo questo. Subito. Una bella suite. Qual’è? Come si chiama?

Marisa (pronunciando mentalmente il proprio testamento): Si chiama... ehm...direttore.... è.... E’ l’hotel Campanella..... Direttore...


polonegativo

mercoledì 18 novembre 2009

Pendolari

Nonostante la musica a palla per preservarmi da dibatti GrandeFratelleschi e su fidanzati inadempienti colgo questo stralcio di conversazione:

Amica 1: Ho iniziato a leggere I Miserabili perchè è uno di quei classici che devono essere letti assolutamente. Solo che vado un po' a rilento perchè....(fa eloquente gesto di persona che si taglia le vene)

Amica 2: Si è strappato?

...Poi riparte la musica salvatrice

martedì 17 novembre 2009

La legge del Best Seller

-Ieri sono andata a vedere il reading di Ammaniti

-Non sapevo ti piacesse Ammaniti

-Si, molto.

-Cosa hai letto?

-Beh in realtà ho visto solo un suo film. E non mi è piaciuto. Però mi sono comprata il libro perchè credo che sia molto bravo.

B.H.

mercoledì 11 novembre 2009

La riunione



Entro in ufficio presto e dopo aver svolto il mio rituale quotidiano principalmente basato su caffè-bagno-gazzetta (scegliete voi l’ordine) provo a concentrarmi sui miei compiti quotidiani.

Mentre i corridoi iniziano ad animarsi Lotus mi avverte che oggi è prevista un riunione. Lo scopo è incontrare (cito testualmente “un'esperto di portal e soluzioni di collaboration in ambiente XXXX. La persona è di spessore, vanta una competenza pratica e teorica di ottimo livello. Ritengo sia un'occasione per momento di confronto di buon livello con l'esterno”. Mentre mi interrogo sul reale significato dell’incontro (il confronto con l’esterno è una scusa che non posso prendere sul serio) mi accordo che la riunione è fissata dalla 10.00 alle 17.00. Sono certo che sia un errore nella pianificazione, ma sono comunque preoccupato per la giornata che mi ero immaginata placida e sonnacchiosa.

Alla 10.05 mi presento in sala riunione avvalendomi della legge aziendale non scritta che chi arriva in ritardo non è un cafone ma solo uno che è “davvero oberato” (in realtà ero al caffè con i colleghi).

Con grosso stupore che mi trovo tra:

4 persone della mia azienda (tutte dell’IT e blackberry-dotate)
7 persone incravattate dell’azienda XXXX tutte con portatile APPLE acceso e pronte a scrivere brief, feedback e minures.

Manca solo il mio capo che – poverino – deve essere davvero oberato.

Dopo pochi minuti di introduzione mi si chiarisce la strategia della riunione. I presupposti sono:

La nostra azienda ha bisogno del prodotto XXXXX
IT si è preaccordata con azienda YYYYY per fare comprare al marketing il suo prodotto XXXX.
IT ha bisogno dell’approvazione del Marketing.

Questa riunione è per mostrare le potenzialità del prodotto al marketing ma sarà condotta in modo che il marketing non capirà nulla nè potrà fare obiezioni. D’altra parte il Marketing non potrà comprare nessun altro tipo di prodotto, perché qualunque cosa scelga L’IT remerà contro come gli Abbagnale ai bei tempi e l’azienda non avrà mai ciò di cui ha bisogno.

Ora che mi è chiaro il mio ruolo mi concentro sui miei obiettivi:
• passare nella maniera più indolore possibile queste 7 h. di riunione
• assicurarmi che nel prodotto XXXX dell’azienda YYYY ci sia almeno una delle cose che serve al marketing (altrimenti subirò un pistolotto dal mio capo sui miei ruoli e responsabilità)
• prepararmi a salire al più presto sul carro di quello che sarà il vincitore (IT)

Mentre rimugino su queste cose entra il mio capo: non sono più solo! Ora ho un importante sostegno dirigenziale e decido che alla prima pausa gli rivelerò quanto sospetto.

Intanto parte la riunione, la persona del marketing dell’azienda YYYY esordisce cosi: “Ho preparato una ventina di slide di introduzione. Mi spiace che sono in inglese ma....(pausa di incertezza) io le faccio sempre così”.

Un moto di disgusto mi attraversa il corpo. Metto il cervello in stand by e cerco di ricordare il calendario della prossima domenica di seria A per approntare una strategia fantacalcistica.

Nel frattempo il blackberry del mio capo suona, lui risponde e poi mette giù. Si alza in piedi, emette qualche suono gutturale e bofonchia scuse (ehe andare uhmm interessante..si si peccato ma ci sentiamo) e se ne va. Sono di nuovo solo.

Nel frattempo prende finalmente la parola l’esperto di portal e soluzioni di collaboration, che inizia la sua parte. Mentre apre il suo file mi cade l’occhio sul num di slide: 89!!! Mi sento mancare, la testa mi fa male, la vescica è gonfia (ma nessuno deve mai pisciare????), faccio disegni sul blocco, guardo la partita di arkanoid (tifando per i mattoncini) che un mio collega sta facendo sul suo blackberry. Provo a contare il numero di parole in inglese che l’esperto di portal e soluzioni di collaboration dice, maa dopo qualche decina mi affatico e smetto.

Dopo molte ore, diverse battute tra esperti IT che faccio finta di capire, ilazioni di svariato genere sui desideri i quelli del marketing e delle loro pippe mentali termina la presentazione dell’esperto di portal e soluzioni di collaboration.

Sono incazzato nero: ho perso tutti i treni utili, salterò metà della cena che avevo in programma e domani dovrò fare tutto il lavoro che non sono riuscito a fare oggi. Ma mentre spengo il pc alla mia postazione esce il capo dall’ufficio e sorridente mi dice “Ah già finito? Aspetta che faccio una telefonata e mi racconti”.

Da bravo burattino mi siedo e aspetto.

Billy H.

martedì 10 novembre 2009

Il Convegno sul Digital Signage



Se il mondo aziendale è il regno del non senso e il marketing è il riassunto del nulla, la partecipazione a un Convegno è la sublimazione assoluta del vuoto.

L’altra settimana ho avuto l’onore di partecipare a un convegno sul Digital Signage. Non chiedetemi cosa cazzo sia perchè non lo so e nemmeno mi interessa. Però ci sto lavorando da un pò di tempo e ho fatto un gran figura con il mio capo mostrando un certo interesse per partecipare alla cosa.

Va da se che a un corso o a un convegno si va esclusivamente per tre motivi:
1) Vedere se c’è figa
2) Mangiare a scrocco
3) Passare una giornata fuori dall’ufficio di merda

E’ con queste solide motivazioni che mi sono alzato alle 6 del mattino e ho messo il mio culo su uno sporchissimo Intercity di trenitalia diretto a Milano. Trascorso il solito viaggio con aria condizionata a -10° e il solito ritardo sono arrivato al prestigioso Hotel giusto in tempo per ascoltare il primo relatore.

Ben lungi da me l’idea di concentrarmi sulle presentazioni ho cominciato a esplorare attentamente la sala.
Tutti uomini! Ma porc.... e le famose belle ragazze milanesi? Tre o quattro al massimo e già ampiamente circondate da serissimi manager in abito scuro.
Disastro.
Tanti anni fuori da Milano mi hanno fatto perdere smalto. I manager Milanesi sono tutti inappuntabili, attentissimi e carichissimi. Io ho la faccia di cartone, rispetto a loro sono vestito come un diciottenne e il mio cervello ha la stessa capacità di concentrazione di una scimmia che salta da un ramo all’altro nella giungla...
Lo so che loro, nel loro intimo, stanno pensando “che palle” esattamente come me. Però non lo danno a vedere e, devo ammetterlo, se la tirano da gran professionisti.

Mentre rassegnato mi metto a seguire la materia del Convegno (facendo una estrema sintesi in genovese potremmo dire: tutte musse) riapro il book e mi saltano all’occhio i Curriculum Vitae dei relatori.
Una vera meraviglia. Chi più ne ha più ne metta. Titoloni a stecca, referenze a manetta e, soprattutto, una serie di minchiate immonde.

Tralasciando i numerosi figli di papà che da neolaureati si sono trovati “Direttori della filiale di Londra” oppure con un “Master alla San Diego University” di seguito riporto alcune perle che mi hanno commosso:

• Membro dell’associazione Mensa - associazione mondiale delle persone dotate di alto QI – (giuro, c’è scritto cosi!!!)
• Svolgo l’attività di Disruptive Innovator” (e sticazzi!)
• Ero noto con lo pseudonimo di “1.0” (ma vaffanculo va!!!)
• E’ mia l’idea di dare voce (contenuto parlato) ai siti internet (e come no!!!)
• Nel 1996 realizza la prima moneta virtuale al mondo “EnergyBank” (ah belin!!!)
• Nel 2007 produce TuoVideo definito dalla stampa lo YouTube italiano (ah ah ah ah!!!)
• Mi interesso di letterattura francese e jazz (ma vai a lavorare va!!!)

Man mano che leggo la consapevolezza che la gente che scrive queste cazzate poi fa carriera e soldi mi fa montare una tale carogna che mi porta a terminare velocemente la lettura prima di dover mettere le mani addosso a qualcuno.

Arriva l’ora dell’agognato pranzo. Purtroppo non è a buffet ma è servito al tavolo impedendomi le classiche razzie di piatti composti da pasta, carne, patatine, crocchette e sottaceti tutti mischiati assieme. Mi ritrovo a un tavolo dove parlano di lavoro. Tento qualche sortita di cazzeggio ma vengo subito stoppato tipo “Pierino, stai zitto che qui siamo gente seria e parliamo di business”. Rassegnato mi bevo cinque bicchieri di bianco per affrontare il pomeriggio.

Il Convegno riparte e ormai il mio livello di attenzione è lo stesso che ho guardando un GP di Formula 1. Morte apparente.
Passa un tempo indeterminato e sulla frase che da sola riassume il vero spessore intellettuale dei relatori: “anche i tristi musei possono essere ravvivati da questa tecnologia del Digital Signage” , mi riprendo e mi accorgo che devo correre in stazione. Faccio giusto a tempo a comprare un libro sul tema del convegno in modo da poter raccontare qualcosa al mio capo quando mi chiederà l’inevitabile resoconto di quel che hanno detto.
Prendo le mie carabattole e me la filo.

Un’altra proficua giornata da uomo di marketing è trascorsa.

polonegativo

giovedì 5 novembre 2009

sales vs marketing


Le persone che - come me e i miei colleghi - lavorano nel marketing sono spesso soggette a crisi d’identità.

Principalmente credo (a buon diritto) perchè non sappiamo fare un cazzo. Ma proprio un cazzo. Non vendiamo (spendiamo), non costruiamo (per carità), appena si parla di qualcosa di tecnologico che va oltre il funzionamento del mouse ci viene la bolla al naso, non facciamo conti, ecc ecc. Mi hanno detto che creiamo valore aggiunto ma non credo di aver capito bene cosa sia e soprattutto aggiunto a che cosa.

Comunque, come in ogni sub-cultura che si rispetti, noi viviamo e abbiamo una nostra identità grazie alla nostra nemesi, al nostro antieroe. Don Camillo litigava con Peppone, Spank si menava con Torakichi, Rocky con Apollo Creed, Clubber Lang, Ivan Drago e alcuni dei suo figli.

Nonostante noi ci sentiamo molto odiati da tutti i nostri colleghi, i nostri antagonisti per natura sono i commerciali.

I commerciali sono croce e delizia della nostra funzione. Il commerciale di un’azienda esterna che ci chiama è il nostro migliore amico, è costretto ad ascoltarci, a sentire i nostri lamenti, si ricorda cosa ci piace, cosa ci appassiona e ride insieme a noi. Sono la nostra valvola di sfogo sui soprusi che subiamo quotidianamente.

Altre volte però non ci lasciano vivere, ci telefonano mentre siamo concentrati compiliamo un excel di 3.500 righe, camuffano il numero, insistono, minacciano e litigano.

Ieri sono stato a una fiera di settore e ho avuto modo di parlare con diversi commerciali che si aggiravano tra gli stand con sorrisi smaglianti e una pila di biglietti da visita che utilizzavano come stelline ninja.

È stata per me una giornata ricca di soddisfazione professionale per cui mi pregio di riportare qualche stralcio di conversazione.

Specializzazione

Comm.: Carissimo, tutto bene?
Billy: Si grazie, tu?
Comm. Bene, benissimo, come saprai ho cambiato azienda (allungando un bigliettino da visita)
Billy: Ah..si, certo..ricordo. Cosa vendi ora?
Comm. Tutto, dai comprami qualcosa.


Concorrenza

Comm X: quindi come dicevo noi vendiamo questo prodotto con soltanto 4 o 5 co-sponsor presenti, non come l’azienda Y. Noi teniamo ai nostri utenti, non vogliamo un overflow di informazioni e creare un bad mood, mi segui?
Billy: Capisco. E quanti co-sponsor utilizza l’azienda Y?
Comm. X: 6...

Un po’ perplesso su quella che dovrebbe essere la mia motivazione all’acquisto incontro casualmente il commerciale dell’azienda Y.

Billy (ironico) ..e quindi mi hanno detto che hanno detto che 6 sponsor sono troppi e me ne hanno proposto 5
Comm Y (non cogliendo ironia): mah guarda su questo aspetto non ti devi preoccupare. Abbiamo pensato a un concorso dove nessuna azienda saprà quanti co-sponsor ha. Io la chiamo la “truffa totale”. Ti interessa?
Billy: Quest’anno ho finito il budget. Magari l’anno prossimo...

Captatio Benevolentiae

Billy: ....e per questi motivi io sarei interessato in un prodotto a performance.
Comm: eh certo! Tutti interessati sui prodotti a performance, però se pianifichiamo i siti porno la gente si lamente
Billy: mah, vedi..
Comm: Che poi guarda, la gente che guarda il porno sono quelli come me. Che i tuoi prodotti li comprano.



Soggetti ai nostri sbalzi umorali, diretti e triviali, macchine da guerra inossidabili noi amiamo i nostri commerciali!

Billy H.